WITTGENSTEIN E PERCHE’ DIFFIDARE DI TWITTER

WITTGENSTEIN, E PERCHE’ DIFFIDARE DI TWITTER

Adriana Zanese

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Nel suo “Tractatus Logico-Philosophicus” (1921) Ludwig Wittgenstein esamina il linguaggio di una popolazione primitiva dell’oceano Pacifico (forse nelle isole della Polinesia) e nota come essa manchi del vocabolo per definire il colore grigio. Non possedendolo, quella popolazione era incapace di distinguere il grigio e lo vedeva e identificava come azzurro, perdendo così una parte di realtà.

La cultura è principalmente complessità linguistica, è la lingua che dà forma e costruisce la realtà. Una lingua ricca di vocaboli e di sfumature è basilare per lo sviluppo dell’intelletto, per la capacità analitica e perciò critica degli individui e della massa. Twitter, con la sua concezione di concisione (che non è sintesi) e di rapidità della comunicazione, è fatto per negare tutto questo. Il suo fine sembra quello di ridurre la capacità e il patrimonio linguistico dei popoli (sotto ogni latitudine internautica). Ma ridurre, contrarre la gamma linguistica, e dei segni, equivale a ridurre la facoltà rappresentativa simbolica, che ha nel linguaggio la sua linfa, ovvero restringere l’estensione della realtà di cui disporre, sulla quale costruire il mondo. Se i segni vengono meno, e stiamo parlando di segni evoluti, concettuali (le immagini non lo sono, appartengono alla sfera dell’inconscio, del sogno, dell’irrazionale), se i segni concettuali vengono meno, si restringerà anche la realtà, e sarà facile condizionare, orientare individui e masse in un ambito limitato, di sopravvivenza, paragonabile alle fasi primitive della civiltà, (o se preferite del bambino che impara a parlare) quando bastavano poche parole per non morire di fame e accertarsi che l’uomo sbucato da un’altra caverna non intendeva ammazzarvi. Se invenzioni ufficialmente socializzatici come Twitter riusciranno nel loro scopo, avremo un linguaggio ridotto all’essenziale, privo di sfumature, e di conseguenza un intelletto atrofico, incapace di cogliere differenze, di distinguere tra vero e falso, sarà facile (tra un gioco social e l’altro) propinarci un mondo fatto di pochi parametri, quelli funzionali a servire gli interessi ed obbedire chi comanda. Saremo simili a polli d’allevamento in una stia, pappagallini in una gabbietta piena di giocattoli colorati (se non lo siamo già).

E’ solo un caso se twitter è la voce inglese per cinguettio? Ma to twit significa anche prendere in giro… Il che getta una luce inquietante sull’uso abbondante di twit (prendere per i fondelli) che fanno i politici per comunicare con noi.

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