Studi: Ricordo di Boris Pasternak

Boris Pasternak

SEPARAZIONE
Dalla soglia un uomo guarda,
non riconosce la casa.
La sua partenza fu come una
fuga.
Su tutto tracce di devastazione.
Dovunque nelle stanze un caos.
Non saccorge per le lacrime
della gravità dei disastro,
e per unimprovvisa emicrania.
Dal mattino ha nelle orecchie
come un rumore.
P, proprio in sé, o sogna?
E perché sempre in mente gli
torna
un pensiero continuo del mare?
Quando di là dalla brina alla
finestra,
più non traspare il mondo di
Dio,
doppiamente una disperata
tristezza
somiglia al deserto dei mare.
Gli era così cara, lei,
in qualunque suo tratto,
come al mare son vicine le
sponde
lungo la linea della risacca.
Come affonda i giunchi
il mareggiare dopo la burrasca,
simmersero così nel fondo
della sua anima
quei lineamenti e le forme.
Negli anni delle traversie, nei
tempi
di unesistenza impensabile,
unondata del destino
glielaveva emersa dal fondo.
Fra ostacoli senza numero,
superando ogni insidia,
londa laveva sospinta,
sospinta
e congiunta a lui strettamente.
Ed ecco, adesso è partita;
vi è stata costretta, forse.
Il distacco tutti e due consuma,
fino alle ossa langoscia li
morde.
E luomo si guarda intorno:
al momento di partire
lei ha buttato tutto per aria
nei cassetti del comò.
Lui saggira e fin quando fa
buio
ripone nei cassetti
le pezze di stoffa sparpagliate
e un modello di taglio.
E pungendosi con il cucito
a un ago dimenticato,
rivede a un tratto tutta lei,
e prende a piangere quasi di
nascosto.

AMLETO
Sè spento il brusio. Sono
entrato in scena.
Poggiato allo stipite della porta,
vado cogliendo nelleco lontana
quanto la vita mi riserva.
Unoscurità notturna mi punta
controm
ille binocoli allineati.
Se solo è possibile, abba
padre,
allontana questo calice da me.
Amo il tuo ostinato disegno,
e reciterò, daccordo, questa
parte.
Ma ora si sta dando un altro
dramma
e per questa volta almeno
dispensami.
Ma lordine degli atti è già
fissato,
e irrimediabile è il viaggio, sino
in fondo.
Sono solo, tutto affonda nel
farisaismo.
Vivere una vita non è
attraversare un campo.

AUTUNNO
Ho lasciato disperdersi i miei
cari,
tutti i miei sono da tanto chissà
dove,
e, nel cuore e nella natura, tutto
è pieno della solitudine di
sempre.
Ed eccomi qui con te in questo
capanno,
nel bosco senza nessuno e
deserto.
Come nella canzone, i viottoli e
i sentieri
già quasi li cancella lerba.
Ora noi soli guardano
rattristati i muri di tronchi.
Non promettemmo di assaltare
ostacoli,
poi periremo a viso aperto.
Ci sediamo alluna e ci alziamo
alle tre,
io con un libro, tu con il
ricamo,
e allalba non ci accorgiamo
che abbiamo cessato di
baciarci.
Più sfarzose e più sfrenate
ancora
stormite, scrollatevi, foglie,
e con lodierna angoscia fate
che trabocchi lamaro calice di
ieri.
Attaccamento, trasporto,
fascino!
Disperdiamoci nello stormire di
settembre!
Immergiti tutta nel fruscio
dellautunno!
Vieni meco o esci di senno!
Tu labito lasci andare, così,
come il bosco lascia le foglie,
quando cadi nellabbraccio
con la vestaglia dal fiocco di
seta.
Tu sei il bene dun passo
funesto,
quando vivere dà più nausea
dun male.
Ma la radice della bellezza è
lardire,
e questo lun verso laltra ci
attrae.

DICHIARAZIONE

La vita è tornata, così, senza
motivo,
come allora che sera
stranamente interrotta.
E sempre in quella stessa strada
antica,
sempre quello stesso giorno
destate e a quellora.
La stessa gente e le ansie, le
stesse,
e lincendio del tramonto
ancora acceso:
come allora, contro il muro del
Maneggio
la sera di morte laveva in fretta
inchiodato.
Donne in vesti da poco prezzo,
come allora,
a notte strascicano le scarpe.
E poi sul tetto di lamiera,
come allora, le crocifiggono le
soffitte.
Ecco lei che a passi stanchi
lentamente si fa sulla soglia,
e, risalendo dallinterrato,
taglia di traverso il cortile.
Di nuovo io mi preparo
pretesti,
e di nuovo mi è tutto
indifferente.
E la vicina, svoltando
allangolo,
ci lascia lun laltro di fronte.
Non piangere, non increspare le
labbra tumefatte,
non gremirle di rughe.
Riaprirai le croste già secche
dello sfogo di primavera.
Togli il palmo della mano dal
mio petto,
noi siamo cavi sotto tensione.
Attenta, luno verso laltra,
ancora
saremo spinti inavvertitamente.
Passeranno gli anni, ti sposerai,
dimenticherai i disordini.
Essere una donna è un grande
passo,
fare impazzire è uneroica
impresa.
Pure, io, di fronte al prodigio
delle mani di donna,
del dorso e delle spalle e del
collo,
con la devozione dun servo
tutta la mia vita benedico.
Ma per quanto la notte
mincateni
con anelli dangoscia,
più forte al mondo è la spinta a
fuggire
e la passione invita alle rotture.

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