Cap. VI Che cosa e’ la Letteratura

Cap. VI

LO STRUTTURALISMO, JAKOBSON.  Jakobson sottolinea l’auto-riflessività del messaggio poetico (letterario) capace di de-automatizzare il segno linguistico. 


LINGUISTICA. Dante, nel De Vulgari Eloquentia, partendo da considerazioni sulla situazione linguistica dell’Italia del suo tempo, giunge alla teorizzazione di una lingua ideale, il volgare illustre, cioè la lingua dell’alta poesia, raffinata ed elegante, e lontana dalle parlate municipali. 
Il pensiero umanistico-rinascimentale matura concezioni generali del linguaggio che pongono  l’accento sul condizionamento storico-sociale dei fatti linguistici. 
Per Croce la lingua è un fatto creativo-espressivo. 
Ancora per Karl Vossler (critico e filologo del ‘900) ogni spiegazione linguistica dev’essere anche stilistica (cioè la lingua dev’essere anche stile) e pertanto l’analisi di una situazione linguistica può e deve condurre  a una vasta tipologia spirituale e culturale. In altre parole, il linguaggio è inteso come creazione ed evoluzione spirituale. 


GLOSSEMATICA (Novecento)
Hjelmslev (fondatore della glossematica) afferma il carattere immanente della lingua. L’oggetto della lingua, per Hjelmslev, dev’essere la lingua intesa come un’unità chiusa in se stessa, una struttura sui generis. 


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